Il Covid-19 contagia anche l’acciaio, ora ai massimi storici
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29 Maggio 2021
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epops
Nel 2020 la pandemia da Covid-19 ha costretto alla chiusura gli impianti estrattivi e produttivi a livello globale, determinando scarsità delle materie prime e semilavorati.
Cina e Usa sono già da alcuni mesi in forte ripresa economica determinando un picco persistente della domanda di commodity e ponendo in difficoltà la produzione delle aziende europee, i cui magazzini si sono rapidamente svuotati.
Per quanto riguarda in particolare l’acciaio, il minerale di ferro ha chiuso il 2020 con un rialzo dioltre il 70% rispetti ai minimi di marzo 2022 proprio per effetto della domanda infrastrutturale cinese.
L’aumento dei prezzi delle materie prime siderurgiche ha così aperto la strada a importanti aumenti di prezzo da parte dei produttori di laminati, tanto che il prezzo del coil a caldo in Italia è passato dai 370 euro di giugno 2020 per tonnellata agli attuali 1.170 euro.
Analogo andamento nel settore dell’acciaio inox con la comune lega ‘304’ passata da 1.900 euro per tonnellata del secondo trimestre 2020 ad oltre 3.000 euro.
Questa fiammata di rialzi, al netto di inevitabili elementi speculativi, trova alle sue basi un momentostoricamente eccezionale che ha determinato quella che è stata giustamente definita “tempesta perfetta”, esponendo le debolezze strutturali dell’Europa rispetto ai giganti cinese ed americano.
È auspicabile che si sia ora raggiunto un plateau dal quale recuperare nei prossimi mesi una “nuova normalità” anche nel mercato dell’acciaio, un gigante talvolta fragile eppure indispensabile.